Il presidente Vucic chiama Putin e stipula un accordo con il presidente russo sulla fornitura di gas.
La Serbia è la minaccia esterna all’Ue -seppur candidata – ma interna all’Europa più forte per l’Unione. Mentre la Cina arma il paese dell’ultranazionalista Vucic, la Russia gli fornisce il gas naturale. La politica estera del paese balcanico candidato ad entrare nell’unione è sempre più lontano dal realizzare questo progetto, anzi fa proprio dietrofront.
Mentre i 27 paesi dell’Ue sono riuniti a Bruxelles per cercare di trovare un accordo sul gas e sull’embargo per il petrolio russo, la Serbia fa accordi “estremamente favorevoli” con Putin dopo una lunga conversazione telefonica. “Putin e io abbiamo avuto un colloquio molto buono e corretto. Abbiamo parlato di vari temi. Per noi la questione più importante è la scadenza il 31 maggio dell’accordo sul gas. Quello che posso dire è che gli elementi principali dell’accordo li abbiamo concordati, e sono molto favorevoli per la Serbia”, ha detto Vucic.
La Russia è nostra amica: la Serbia non la condanna
“Ci siamo accordati sulla firma di un contratto per tre anni”, ha aggiunto il presidente serbo. Il prezzo accordato è molto favorevole per la Serbia, molto più basso di quello che pagano i paesi europei. Finora Belgrado ha pagato il gas russo a 270 dollari per mille metri cubi.
Belgrado ha cambiato la sua agenda geopolitica con la guerra in Ucraina per la semplice ragione che “la Russia è nostra amica”. Il presidente Vucic si è sempre rifiutato, infatti, di condannare l’invasione russa. La Serbia starebbe seriamente riconsiderando la sua candidatura ad entrare nell’Ue per via delle forti pressioni che l’Unione sta facendo a Belgrado di aderire alle sanzioni imposte alla Russia che considera “un’isteria occidentale contro Mosca”. Vucic non ha intenzione nemmeno di entrare nella Nato perché non può dimenticare i bambini uccisi nel 1999, quando l’alleanza atlantica bombardò la Serbia durante il conflitto nei Balcani.